Citazioni dalla sasa La Confraternita del Pugnale Nero di J.R. Ward

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    Illuminate dalla luce di cortesia del furgonec'erano oile ordinate di quelli che avevano tutta l'aria di essere indumenti dentro ceste della lavanderia,
    scatoloni e borsoni aperti. c'erano anche gonne, camicette e vestiti ancora appesi alle grucce, piegati con cura sul fondo del cassone carico.
    Marissa guardò Thor.
    Il fratello fissava il marciapiede in silenzio, evidentemente non aveva nessuna voglia di stabilire un contatto visivo <<come ho detto, non so se vi possono servire>>.
    Marissa si chinò a sfiorare uno dei vestiti.
    L'ultima vola che l'aveva visto, lo indossava Wellsie.
    Erano i vestiti della sua shellan.
    Con voce rotta sussurrò <<sei sicuro di volerli dare via?>>
    <<si. Buttarli via sarebbe un tale spreco, e lei non approverebbe. Wellsie vorrebbe che li usasse qualcun altro...sarebbe importante, per lei. Detestava gli sprechi. Però, si, insomma, io non ci capisco niente di taglie femminili eccetera...>> "Rinascita"


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    «Prima che tu mi trovassi ero morto, anche se respiravo.
    Ero cieco, anche se ci vedevo. Poi sei arrivata tu... e mi hai risvegliato alla vita.»
    -da Porpora-La confraternita del pugnale nero di J R Ward


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    Alzandosi dal divano, andò da lui e… Slap.
    Gli mollò un ceffone; lo schiocco si spense nel silenzio della stanza e il suo amato bene chiuse il becco. «E adesso che ho la tua attenzione», disse, guardandolo serafica, «e che hai smesso di strepitare come un matto, gradirei molto che mi dicessi dove posso trovare quello che ci hanno mandato.»
    Wrath abbandonò la testa all'indietro, come se fosse allo stremo delle forze. «Perché fai così?»
    D'un tratto Beth ripensò a quello che le aveva detto quando era stata travolta dal bisogno e lui l'aveva trovata che cercava di raggiungere la morfina. «Perché ti amo», disse con voce rotta. «Tu non vuoi riconoscerlo o forse non riesci a spingere lo sguardo così avanti nel futuro, ma questa cosa ti importa eccome. Credimi, Wrath, questa è una di quelle cose che non si riescono mai a superare. Poi, come ho già detto, vuoi mollare? Benissimo. Sei libero di scegliere. Ma non permetterò che sia qualcun altro a portarti via il trono.»
    Lui rialzò la testa. «Tu non capisci, leelan, è finita.»
    «Non se la cosa riguarda anche me.»
    Seguì un lungo silenzio… poi Wrath tese le braccia e la schiacciò contro di sé; la teneva talmente stretta che lei sentiva le ossa piegarsi. «Non sono abbastanza forte per questa cosa», le bisbigliò all'orecchio, come se nessuno dovesse sentir uscire quelle parole dalla sua bocca. Mai.
    Facendo scorrere la mano sulla sua schiena poderosa, lei lo strinse con altrettanta forza. «Ma io sì.»
    -The king Il Re è tornato di J R Ward

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    La voce del gigante era dura. «Se non fossi già mezzo morto ti ucciderei con le mie mani. Cosa cazzo ti è saltato in mente di portarla qui?»
    «Scusateci» disse il tifoso dei Red Sox. Jane sentì dei passi strascicati e la porta si chiuse.
    «Ti ho fatto una domanda.»
    «Doveva venire via con me» rispose il paziente.
    «Doveva? Doveva? Sei uscito di testa, cazzo?»
    Jane, attraverso le ciglia, intravide il marcantonio rivolgersi con durezza al tizio con la chioma favolosa.
    «Vi voglio tutti nel mio studio tra mezz'ora. Dobbiamo decidere cosa fare di lei.»
    «Non senza di me» disse il paziente in tono più risoluto.
    «Tu non hai voce in capitolo.»
    Il paziente puntò i palmi sul materasso e si rizzò a sedere, anche se per lo sforzo gli tremavano le braccia. «E invece sono l'unico ad averne, quando si tratta di lei.» -Possesso/J R Ward


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    V rimase di stucco, la sigaretta a mezz'aria.
    «Cos'hai?» fece Jane. «C'è qualche problema se resto?»
    «Ehm... no. Nessun problema. Anzi.»
    Sarebbe rimasta. Ancora un po'.
    Vishous sorrise tra sé. Allora è così che ci si sente quando si vince alla lotteria. -Possesso

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    Con gli occhi della mente rivide la figlia di Darius.
    Non sarebbe dovuto penetrare così in casa sua. L'aveva spaventata a morte, mentre tutto quello che voleva era presentarsi e spiegarle perché presto avrebbe avuto bisogno di lui. Voleva anche dirle che avrebbe dato la caccia all'umano che l'aveva molestata.
    Già, se l'era cavata magnificamente, come no. Non poteva andare peggio.
    Appena era entrato, lei era fuggita in preda al terrore e lui aveva dovuto cancellare i suoi ricordi e farla cadere in una leggera trance per calmarla. Dopo averla adagiata sul letto avrebbe voluto andarsene subito, ma non c'era riuscito. Era rimasto lì in piedi, immobile, a guardarla, valutando lo sfocato contrasto tra i suoi capelli neri e il candore del cuscino, respirandone il profumo.
    Divorato dal desiderio. -Il risveglio


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    Era ora di tagliare la corda. Era proprio ora di...
    Però non poteva andarsene senza prima aver avuto almeno un assaggio.
    Già, ma se la toccava anche solo con un dito era un bastardo egoista. Un bastardo egoista e stronzo, se approfittava di quello che lei gli stava offrendo per effetto del fumo.
    Imprecando, Wrath aprì gli occhi.
    Cristo, era tutto gelato. Gelato fino al midollo. Lei invece era bollente. Bollente al punto da sciogliere tutto quel ghiaccio, almeno per un po'. -Il risveglio


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    «Vi nutrirò ancora.» Lui la guardò come se fosse ammattita e lei alzò il mento di scatto, sostenendo il suo sguardo. «Assolutamente, voglio farlo di nuovo.»
    Per vedere un miglioramento simile in così breve tempo era pronta a sopportare un'altra volta quei momenti di terrore. Lei era per sempre prigioniera del suo passato, ma, oh, che cambiamento in lui: il suo sangue lo aveva liberato dalla spossatezza... cosa che gli avrebbe salvato la vita sul campo di battaglia.
    «Come fai a dire una cosa del genere?» La voce del fratello era aspra, al limite della rottura.
    «È quello che penso, semplicemente.»
    «Il senso del dovere non dovrebbe trascinarti così in basso nel tuo inferno personale.»
    «Sta a me scegliere, non a voi.» -L'amore rinato


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    In una visione sfocata Wrath colse il movimento della mano di Rhage che scendeva giù fino alla spalla e poi saliva su per aria.Giù fino alla spalla e poi su per aria.
    <<e tu l'hai beccato>>
    <<perbacco, certo>>
    <<oh...mio...Dio>> esclamò Beth. <<oh, Dio santo, ma sta cucendo...?>>
    <<ehi, chi è questo bel bocconcino?>> domandò Rhage fermando la mano a mezz'aria
    Si udì un suono strozzato e Wrath si spostò davanti a Beth per impedirle la vista.
    <<hai bisogno di una mano?>> chiese a Rhage[...]
    <<no grazie>> rispose ridendo Rhage. <<me la cavo benino con i lavori di rammendo, come hai potuto constatare sulla tua pelle. Allora chi è la tua amica?>>
    <<beth Randall ti presento Rhage. Un mio socio. Rhage questa è Beth e le star del cinema non le interessano, ricevuto il messaggio?>>
    <<forte e chiaro>>.<<piacere di conoscerti Beth>>
    <<è sicuro di non voler andare in ospedale?>> mormorò debolmente lei.
    <<è tutta scena. quando puoi usare l'intestino come passante per la cintura, allora si che devi rivolgerti a dei professionisti>>
    Dalle labbra di Beth uscì un gemito "il risveglio"

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    «Mangia dalla mia mano, Mary. Accetta quello che ti offro.»
    Si protese in avanti allungando il braccio. Quegli occhi verde-azzurri, ipnotici e potenti come un richiamo, la invitavano ad avvicinarsi, ad aprire la bocca. Quando prese tra le labbra il cibo che aveva cucinato per lui, Rhage grugnì in segno di approvazione. Dopo che Mary ebbe inghiottito, si protese di nuovo verso di lei con un altro boccone di toast in bilico sulla punta delle dita.
    «Non dovresti mangiare qualcosa anche tu?» disse lei.
    «Soltanto quando sarai sazia.»
    «E se lo mangio tutto?»
    «Niente potrebbe farmi più felice che saperti ben nutrita.»
    Amici, ripetè a se stessa Mary. Soltanto amici.
    «Mangia, Mary. Fallo per me.» Tanta insistenza la indusse ad aprire di nuovo la bocca. Gli occhi di lui indugiarono sulle sue labbra dopo che le ebbe chiuse.
    Gesù. Questa non era una cosa da amici.
    -Quasi tenebra

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    <<mi fermo nei paraggi per un po'. Se hai bisogno di qualcosa mi trovi qua fuori>>
    l'uomo...il vampiro-oh. merda, qualunque cosa fosse- si voltò dirigendosi verso il tavolo da picnic.
    <<aspetta>> disse Beth.<<perchè non...entra pure>>
    Lui si strinse nelle spalle <<va bene>>[...]
    <<vuoi qualcosa da bere?>>Beth trasalì. 'non sangue.Ti prego non dire sangue'
    lui sorrise divertito, quasi le avesse letto nel pensiero.
    <<hai della birra?>>
    Birra? Beve birra?
    <<oh si. O meglio, credo di si.>> Scomparve in cucina e tornò con in mano due lattine di Sam Adams. aveva proprio bisogno anche lei di un goccetto per darsi la carica.
    In fin dei conti aveva appena invitato in casa sua un vampiro. Suo padre era un vampiro, Il suo amante era un vampiro.
    Si portò la lattina alle labbra e bevve una lunga sorsata.
    Tohrment sorrise piano <<nottataccia, eh?>>
    <<non ne hai idea>> rispose lei, asciugandosi la bocca.
    <<oh, si che ce l'ho>> "il risveglio"


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    <<resta dove sei>> disse in inglese Wrath.
    Beth si sistemò meglio sopra di lui, rilassandosi completamente. Ora stava bene.
    Si chiese che cosa le avesse detto mentre facevano l'amore, ma il tono della sua voce, rispettoso, adorante, era già abbastanza eloquente.
    Qualunque cosa fosse, erano le parole di un innamorato.
    <<la tua lingua è bellissima>> mormorò
    <<non ci sono parole degne di te>>
    La sua voce suonava diversa. Lui le sembrava diverso.
    'niente più barriere', pensò Beth. In quel momento tra loro non c'erano più barriere
    "il risveglio"

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    Con le mani sudate lo guardò scendere e, un istante dopo, la madre di tutte le vampate la travolse col suo bollore. Dio, non vedeva l'ora di essere incinta o completamente fuori dal bisogno. Quel microonde interno la stava mandando al manicomio. Quando l'unico paio di non–stivali di Wrath toccò il pavimento a mosaico, Beth pensò che non avrebbe potuto essere più magnifico. I capelli, allargati a ventaglio sulle spalle poderose, arrivavano fino ai fianchi e con quella cravatta al collo… sembrava un potente uomo d'affari. Capace di uccidere, se gli girava. Niente di meglio per dare la sveglia agli ormoni. «Cosa ci facciamo qui, Beth?», chiese Wrath. «Ci sposiamo.» Vedendolo trasalire, si affrettò a spiegarsi prima che si lanciasse in una qualche tirata. «Hai detto che le mie usanze umane contano, che sono importanti quanto le tue. Così ci sposiamo. Subito. A modo mio.» Lui scosse la testa. «Ma siamo già uniti alla maniera dei vampiri. Perché…» «Così potrai divorziare da me e mantenere il trono.» Wrath rimase a bocca aperta e lei si affrettò a precisare. «Qui, davanti alla nostra famiglia. Con un vero ministro del culto.» Lassiter alzò la mano. «Felice di rendermi utile. Celebro anche battesimi… tanto per dire.» Wrath scosse di nuovo la testa. «Questo è…» «Stai dicendo che il mio lato umano ha meno valore?» «Be', no. Ma…» «Allora se celebriamo la cerimonia qui, adesso, non avremo perso niente, giusto? Tu potrai divorziare da me secondo la legge dei vampiri, noi saremo ancora sposati e saremo riusciti a conservare il trono.» Alzò il mento di scatto, anche se lui non poteva vederla. «Ho fatto bene i miei calcoli, non trovi?»
    Seguì un attimo di profondo silenzio, poi uno dei Fratelli disse, «Io adoro questa femmina, cazzo. Senza scherzi, la adoro, cazzo.» -The King


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    <<speravo di farti incazzare>>[...] <<e perchè mai?>> indagò il biondino
    <<se ti avessi attaccato per primo>> Butch si riempì i polmoni d'aria, <<i tuoi compari non ci avrebbero lasciato il tempo di fare a botte. Mi avrebbero fatto fuori subito, senza neppure darmi il tempo di sfiorarti>> Il biondino allentò leggermente la presa e scoppiò a ridere
    <<sapete, questo scemo mi sta quasi simpatico>>
    Qualcuno si chiarì la gola in modo alquanto forzato.
    [...] Butch rotolò su se stesso, ansimando. Quando guardò su, credette di avere le allucinazioni.
    In piedi, nell'atrio c'era un ometto anziano in livrea con in mano un vassoio d'argento <<domando scusa, signori. La cena verrà servita tra una quindicina di minuti>>
    <<hei, quelle sono le crespelle agli spinaci che mi piacciono tanto?>> chiese il biondino allungando le mani verso il vassoio.
    <<si signore>>
    <<cavolo, scottano>>
    "il risveglio"

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    Anha guardò il pesante scrittoio intagliato in fondo alla stanza, quello che vi avevano trasferito di recente, quello a cui il suo consorte sedeva felicemente per ore e ore, governando, riflettendo, pianificando. Poi guardò il suo volto malconcio. «Wrath, non sei fatto per compiere violenze», disse con voce roca. «Lo sarò.» «No. Te lo proibisco.» Ora fu lui a guardarla torvo. «Nessuno può comandare il Re.»
    «Nessuno tranne me», ribatté dolcemente Anha. «E lo sappiamo entrambi.» A quelle parole nella stanza si levarono risatine sommesse - di rispetto. -The King


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    Si voltò verso quel ronfare insistente. Nel letto gemello, un uomo era profondamente addormentato, la testa bruna affondata nel guanciale, lenzuola e coperte rimboccate fin sotto il mento.
    Tutto gli tornò in mente all'improvviso.
    Vishous. Il suo nuovo amico.
    Anche lui tifoso dei Red Sox. Un vero e proprio mago dell'informatica.
    Un cazzo di vampiro.
    Butch si mise una mano sulla fronte. Molte altre volte si era girato nel letto ed era rimasto impressionato dalla persona che aveva trovato al suo fianco.
    Ma questa le batteva proprio tutte: nella sua hit parade personale era lo stramaledetto numero uno.

    "il risveglio"

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    «Beth, shh… Beth, ascoltami. Che cosa ha detto la dottoressa del piccolo?» «Ha detto…» La sua shellan tirò su col naso.«Ha detto che è bellissimo. È perfetto. Ha il cuore di un leone…» A quel punto Beth scoppiò in singhiozzi, più che altro per uno sfogo emotivo. Wrath la tenne stretta, lo sguardo fisso sopra la sua testa. «Un figlio?» disse brusco. «La dottoressa dice che è grosso e forte. E l'ho visto che si muoveva», disse Beth tra le lacrime. «Non avevo idea che fosse un bambino, credevo fosse un'indigestione…» «Allora eri già incinta prima del bisogno.» «È l'unica spiegazione che ho», piagnucolò lei. Wrath la strinse ancora più vicino a sé, contro il suo petto palpitante. «… un figlio?» «Sì. Un figlio.» Tutt'a un tratto Wrath sentì il volto distendersi in un sorriso più grande, più largo e più felice che mai, un sorriso che gli stirò le guance fino a farle dolere, che gli fece lacrimare gli occhi per lo sforzo, che gli tirò le tempie fino a farle bruciare. E la gioia non era solo sul suo viso. Una vampata così intensa da arderlo vivo lo pervase da capo a piedi, purificandolo anche dove non sapeva di
    essere sporco, lavando via come un'onda ragnatele che si erano formate negli angoli più riposti del suo Io, facendolo sentire vivo come non succedeva più da tanto, tantissimo tempo. Prima di rendersene conto, balzò in piedi con Beth in braccio, si piegò all'indietro e gridò a squarciagola, con più orgoglio di quanto potessero contenere i suoi due metri e passa. «Sto per avere un fìiiiiiiiiiiiiiiiiigliooooooooooooo!» -The King


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    Si girò su un fianco, dandole le spalle. Poi rotolò di nuovo sulla schiena per guardare il soffitto. Un minuto dopo provò a mettersi a pancia in giù.
    <<rhage>> la voce di lei era bella, nella penombra silenziosa
    <<cosa?>>
    <<tu dormi nudo giusto?>>
    <<ehm, di solito si>>
    <<puoi anche spogliarti. A me non da fastidio>>
    <<non volevo metterti...a disagio>>
    <<quello che mi mette a disagio sei tu che continui a girarti e rigirarti come un carro armato nella tua metà del letto. Io da questa parte, mi sento un po' come un'insalata che qualcuno sta mescolando>>
    "quasi tenebra"


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    Il suo cuore martellava contro lo sterno.
    La voce del re risuonò forte come un tuono. «Chi propone questo candidato?»
    «Io» rispose Zsadist.
    «Io» gli fece eco Tohr.
    «Io.»
    «Io.»
    «Io.»
    «Io.»
    Qhuinn sbatté ripetutamente le palpebre mentre, uno dopo l’altro, ogni fratello
    prendeva la parola. Ognuno di loro, senza eccezioni, lo propose.
    Infine toccò all’ultimo.
    La voce del re risuonò alta e chiara. «Io.»
    ’Fanculo, altre lacrime da ricacciare indietro. -Il cerchio degli amanti


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    Quando lui le prese il viso tra le mani, Sola capì che avrebbe faticato a dire di no a
    qualunque cosa le suggerisse.
    «Devi chiamarmi» disse perentorio lui, «e io verrò da te.»
    La parole uscirono in un sussurro così basso da risultare quasi distorte, e quella voce
    era profonda… profondissima.
    L’orgoglio formulò una protesta nel cervello di Sola, ma la bocca si riutò di darle
    voce. «Va bene» disse.
    Adesso lui sorrise, incurvando le labbra all’insù. Dio, che canini affilati, e più lunghi di
    quanto ricordasse.
    «Marisol» mormorò, facendo le fusa. «Un nome bellissimo.»
    Poi cominciò a chinarsi verso di lei, sollevandole il mento con una lieve pressione
    sulla mascella. - Il cerchio degli amanti


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    Qhuinn tese la mano. «Balli con me? Qui, davanti a tutti… fai vedere che sei mio e balla con me.»
    Blay cominciò a sbattere freneticamente le palpebre. Per certi versi quel gesto era ancora più importante della proposta di matrimonio: davanti a Dio e a tutti. Loro due. Uniti cuore a cuore.
    «Come faccio a dire di no?» sussurrò, commosso.
    Ma proprio quando i loro corpi si incontrarono, ebbe un attimo di esitazione. «Aspetta… chi guida?»
    Qhuinn sorrise. «Facile. Tutti e due.»
    E con ciò si strinsero, vicini, muovendosi insieme in perfetta armonia… e vissero per sempre felici e contenti. -Il cerchio degli amanti

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    Gli occhi di Wrath erano tali e quali ad allora. Di un verdino acceso e come illuminati dall'interno, al punto che lei dovette battere le palpebre, e non solo per le lacrime che le offuscavano la vista. <<bellissimi>>, disse in un sussurro. <<inutili>>, ribattè lui con un sorriso, quasi ricordasse lo stesso scambio di battute di un tempo. <<no, mi mostrano tutto l'amore del tuo cuore.>> Gli toccò il viso. <<e questo è molto utile.>> (Il RE)
     
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    Oh mamma ragazze,ma che belle frasi *.*
    Io non ho iniziato ancora a leggerla perché vorrei farlo a serie conclusa ^.^
     
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