serie Night Prince - By Jeaniene Frost

Serie spin-off incentrara su Vlad

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  1. Spadegirl
     
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    Ok, li amo già questi due, voglio il libro in italianoooooo
     
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  2. Lady Cat
     
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    :grazieee: :grazieee: :grazieee: :grazieee: Hhahahaha Sono sicura che questo libro sarà spassosissimo...gia mi sfrego le mani...
     
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  3. arya00
     
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    ho appena trovato su questo sito un estratto dal libro su Vlad, descrive il loro primo incontro...
    [SPOILER]Ero faccia a faccia con i miei rapitori in quella che sembrava la stanza di un hotel, le mani in grembo come se stessi per ordinare una cena e loro fossero dei camerieri. Se mai dovessi incontrare un altro vampiro, non avere paura. Finirai solo per avere addosso l'odore di una preda, mi aveva avvertito Marty.
    Sapevo cosa fossero i miei rapitori dopo aver visto (prima ancora di vedere) i loro occhi accendersi di una verde luminoso. Questa era la ragione per cui non mi preoccupai (ero nemmeno sognata) di mentire quando mi avevano chiesto come riuscissi a rilasciare sia scariche elettriche come un'anguilla che ad avere l'abilità di raccogliere informazioni con un tocco. Se avessi mentito, avrebbero semplicemente usato il potere del loro sguardo per farmi dire la verità – o fare qualsiasi altra cosa avessero voluto – e non volevo concedere loro più controllo su di me di quando non ne avessero già.
    Non avevo nemmeno provato a scappare anche se non mi avevano legata. La maggior parte delle persone non sapeva che i vampiri esistessero, per non parlare di quello che potevano fare, ma grazie alla mia abilità di raccogliere informazioni attraverso il tocco, avevo saputo dei vampiri ancora prima di incontrare Marty. Il fatto di possedere le mie abilità significava essere a conoscenza di ogni genere di cose che non avrei voluto sapere.
    Come il fatto che i miei rapitori avessero tutta l'intenzione di uccidermi; quella era la prima cosa che non desideravo sapere al momento. Avevo visto la mia morte subito dopo essere stata costretta a toccare ancora il vampiro dai capelli ramati, ed era un'immagine che mi aveva fatto venir voglia di coprire il mio collo mentre arretravo più lontano, gridando.
    Non lo feci. Immagino di dover essere grata del fatto che le mie abilità non volute significassero l'aver già provato tutti i tipi di morti orribili; potevo guardare alla mia imminente esecuzione con una sorta di morboso sollievo. Avere la gola squarciata avrebbe fatto male – avevo rivissuto quell'esperienza attraverso altre persone un numero di volte sufficiente per saperlo – ma non era il modo peggiore di morire.
    Ad ogni modo, niente era ancora stato deciso in maniera definitiva. Avevo visto uno scorcio del mio possibile futuro, dopotutto ero riuscita a prevenire l'omicidio di Jackie. Forse potevo trovare un modo per prevenire anche il mio.
    “Quindi, vediamo di ricapitolare,” disse capelli ramati, cacciando fuori le parole. “Hai toccato un palo della luce abbattuto quando avevi tredici anni, sei quasi morta, e dopo il tuo corpo ha iniziato a rilasciare scariche elettriche e la tua mano destra ad avere visioni su qualunque cosa toccassi?”
    Era successo molto di più, ma non erano informazioni che volevo rivelare e in ogni caso a lui non sarebbe importato nulla di quei dettagli.
    “Hai sperimentato la parte inerente la scossa su te stesso,” dissi alzando le spalle. “E per il resto... si, se tocco qualcosa, ho una visione che lo riguarda.” Sia che lo voglia o meno, aggiunsi fra me e me.
    Lui a quel punto sorrise, lo sguardo vagò sulla sottile e frastagliata cicatrice che era l'unico rimasuglio visibile del mio incontro con la morte. “Cos'hai visto quando mi hai toccato?”
    “Del tuo passato o del tuo futuro?” chiesi, facendo una smorfia mentre ripensavo ai due ricordi .
    Lui e i suoi compari si scambiarono uno sguardo interessato.
    “Entrambi.”
    Come avrei voluto mentire, ma non ci voleva un'abilità psicrometrica per sapere che se loro avessero dubitato delle mie parole, sarei morta in un istante.
    “Ti piace mangiare bambini.” Le parole mi fecero risalire nella gola la bile, che dovetti mandar giù prima di proseguire. “E hai intenzione di bermi fino alla morte se non mi dimostro utile per i tuoi scopi.”
    Sorrise apertamente, mostrando le punte dei suoi canini come se non volesse negare e nemmeno pentirsi. Se non avessi già visto simili ghigni minacciosi e zannuti attraverso gli occhi della gente alla quale ero stata fisicamente connessa, me la sarei fatta addosso, ma una parte stanca di me lo riconosceva semplicemente per quello che era: il male. E non ero estranea al male, pur avendo desiderato con tutta me stessa che fosse il contrario.
    “Se lei è un affare come abbiamo sentito, ci potrebbe aiutare in quello che vogliamo ottenere,” mormorò il suo compagno bruno.
    “Penso che tu abbia ragione,” disse lento Capelli Ramati.
    Non volevo morire, ma c'erano cose che non avrei fatto nemmeno se mi fossero costate la vita. “Chiedimi di aiutarti a rapire bambini, e puoi iniziare si da ora con il mio collo.”
    Capelli Ramati rise. “In quello posso cavarmela da solo,” mi assicurò, facendomi sobbalzare lo stomaco dalla repulsione. “Quello che voglio da te è molto più... complicato. Se ti portassi degli oggetti da toccare, potresti dirmi qualcosa riguardo al loro proprietario? Per esempio cosa sta facendo, dove si trova, e cosa ancora più importante, dove andrà?”
    Non avrei voluto fare nulla che potesse aiutare quel gruppo disgustoso di assassini, ma le mie alternative non erano delle migliori. Se avessi rifiutato, sarei stata ipnotizzata in modo da farlo comunque, o sarei stata torturata per farlo, oppure sarei morta soffocata dal mio stesso sangue perché non gli sarei stata più di nessuna utilità. Forse questa era la possibilità per migliorare la mia sorte e cambiare il destino che mi era stato riservato.
    Perché lo vorresti? sussurrò un'oscura voce interiore.
    Non sei stanca di sprofondare nei peccati degli altri? Non è forse la morte la tua unica via d'uscita?
    Diedi un'occhiata al mio polso, la sottile cicatrice, che non aveva niente a che fare con il fatto che fossi rimasta folgorata, mi marchiava la pelle. Una volta, avevo ascoltato quella voce interiore disperata, e mentirei se dicessi che una parte di me non era (rimane) tutt'ora tentata da questa proposta. Ma, quando stavo per cedere, ripensavo a Marty, a quanto mia zia sarebbe addolorata, a come non ero riuscita a dire a mio padre quanto gli volessi bene l'ultima volta che avevamo parlato, e infine, a come non volessi dare a questi bastardi la soddisfazione di uccidermi.
    Sollevai la testa e incontrai lo sguardo del capo banda. “Le mie abilità sono legate alle mie emozioni. Abusate di me mentalmente o fisicamente, e avrete più fortuna chiamando una di quelle linee in cui dicono di predirvi il futuro per scoprire quello che volete sapere. Questo significa nessun omicidio mentre raccolgo informazioni per voi, e non dovrete toccarmi in nessun modo.”
    Quest'ultima parte la dissi per via dello sguardo lussurioso che mi aveva rivolto il bruno. Il mio body attillato e i miei shorts non lasciavano molto all'immaginazione, ma era così che mi allenavo. Non mi aspettavo di essere rapita oggi o avrei indossato qualcosa di più... adatto.
    “Non pensate neanche di ipnotizzarmi per farmi dimenticare qualunque cosa facciate,” aggiunsi, agitando la mia mano destra. “Contatto paranormale, ricordate? Toccherò voi o un oggetto vicino e lo scoprirò, e allora la vostra sfera di cristallo umana si romperà.”
    Tutto quello che avevo appena detto era una stronzata. Potevano fare quello che volevano e avrei ancora potuto avere visioni da parte di qualsiasi cosa la mia mano destra toccasse, ma avevo usato il tono più convincente che avessi mentre imploravo per quell'unica volta; avevo dimostrato di essere brava a mentire.
    Capelli Ramati mi mostrò di nuovo i suoi canini in un altro dei suoi sorrisi spaventosi. “Penso che potremmo trovare un accordo, se riuscirai a fornirci quello che dici di poter fare.”
    Sorrisi di rimando senza alcuna traccia di umorismo. “Oh, ci riuscirò, d'accordo.”
    Poi lanciai un'occhiata alla presa della corrente dietro di lui. E questa non è la sola cosa che posso fare. Il terribile incidente che aveva cambiato per sempre la mia vita mi aveva lasciata con un'abilità in più, e se avessi avuto fortuna, quell'abilità mi avrebbe salvato.

    ****

    Il nome di Capelli Ramati era Jackal, stando a come l'aveva chiamato il suo amico. I loro nomi suonavano così simili che nella mia testa mi riferivo a loro come Pervertito, Psyco, e Nervoso, dal momento che quest'ultimo sembrava non riuscire a stare fermo.
    Nervoso e Pervertito se n'erano andati da più di un'ora per recuperare alcuni (gli) oggetti da farmi toccare. Io avevo passato il mio tempo seduta sul bordo del materasso rovinato dell'hotel, ascoltando Jackal parlare al cellulare in una lingua che non riconobbi. Stavo gelando con solo il body addosso, ma non mi coprii. Tutti i miei istinti mi dicevano di stare ferma e di non attirare su di me nessuna attenzione, come se funzionasse. I predatori in questa stanza erano pienamente consapevoli della mia presenza anche se non rivolgevano occhiate dirette nella mia direzione.
    Quando Pervertito e Nervoso ritornarono, guardai il borsone che avevano portato con un misto di terrore e ottimismo. Quello che c'era dentro poteva scatenare nella mia testa immagini ancor più raccapriccianti, ma mi avrebbe anche assicurato la salvezza. Fino a quando non avessi dimostrato di poter spiare chiunque volessero trovare, ero utile come potevo esserlo da morta.
    “Disponi gli oggetti in fila sul letto,” istruii Nervoso, ignorando lo sguardo sbigottito che mi rivolse. Se avessi agito come una damigella frignona in difficoltà, allora ecco come mi avrebbero trattato. Ma se avessi agito come un mezzo importante per le loro ricerche riuscendo a trovare la persona a cui avrebbero condotto gli oggetti, avrei fatto aumentare le mie possibilità di sopravvivenza.
    Almeno, questo era quello che speravo.
    “Fallo,” disse Jackal, incrociando le braccia al petto.
    Il suo sguardo fisso si face pesante su di me, ma presi alcuni respiri profondi e cercai di ignorarlo.
    Vedere cosa Nervoso tirò fuori dalla borsa aiutò nell'impresa.
    Un pezzo di tessuto carbonizzato, un orologio parzialmente fuso, un anello, qualcosa che sembrava una cintura, e un coltello che brillava di una luce argentea ben distinta.
    Quell'ultimo oggetto fece battere più forte il mio cuore, qualcosa che speravo gli altri scambiassero per nervosismo invece di quello che realmente era. Eccitazione. I film avevano sbagliato tutto riguardo ai vampiri. Paletti di legno non avevano effetto su di loro, nemmeno la luce del sole, le croci, o l'acqua santa. Ma dell'argento dritto nel cuore significava che la festa era finita, e ora avevo un coltello d'argento che potevo raggiungere facilmente.
    Non ancora, mi avvertii. Aspetterò fino a quando saranno così convinti che non abbia nessuna speranza così da non pensarci su due volte prima di lasciarmi il coltello d'argento a portata di mano. Oppure fino a che due di loro non si fossero allontanati di nuovo, avrei agito a seconda di quello che sarebbe successo per primo.
    “Bene,” disse Jackal, facendo scattare ancora una volta il mio sguardo verso di lui. Fece un cenno in direzione degli oggetti. “Fai quello che devi.”
    Cercai di rincuorarmi mentalmente e poi presi per primo il pezzo di tessuto carbonizzato.
    Il fumo era dappertutto. Fasci gemelli di luce lo tagliavano, posandosi sul vampiro nascosto dietro il carrello elevatore. Il terrore lo sommerse quando realizzò che sarebbe stato trovato. Legata alle sue emozioni, rabbrividii anch'io, avvertendo il suo orrore appena il suo tentativo di correre fu bloccato, mani piccole e ruvide lo tiravano da dietro.
    In un primo tempo il fumo era così denso da non permettermi di vedere niente al di fuori dello sguardo luminoso puntato su di me. Poi vidi dei capelli neri incorniciare un viso magro con un accenno di barba intorno alla mascella e alla bocca. La bocca si tese in un sorriso che non era crudele, come mi aspettavo, ma che appariva sorprendentemente di buon umore.
    “Raziel,” disse lo straniero dai capelli scuri in tono di rimprovero. “Non avresti dovuto.”
    Avevo sentito genitori rimproverare più duramente di così i loro figli, quindi non mi aspettavo l'ondata di paura che investì Raziel.
    “Ti prego,” ansimò.
    “Ti prego?” Lo straniero rise, rivelando denti bianchi con due canini superiori ben evidenti. “Come sei banale.”
    Quindi lasciò andare Raziel, voltandosi e agitando la mano per dirgli addio in maniera amichevole. Sentii un sollievo sopraffarmi al punto che le ginocchia iniziarono a tremarmi, ma Raziel non si lasciò convincere da quel comportamento. Si lanciò verso la porta del magazzino.
    Quello fu il momento in cui le fiamme lo circondarono, apparse dal nulla. Si arrampicarono sulle sue gambe avvolgendole, fasci di fuoco senza pietà, che mi fecero gridare per l'improvviso scoppio di agonia. Raziel cercò di correre più velocemente, ma quello non fece altro che far salire le fiamme più in alto. Si gettò sul pavimento, rotolando, ogni terminazione nervosa che urlava con angoscia, ma il fuoco ancora non si spegneva. Continuò a crescere, coprendolo con spietate, avide ondate, fino a che una ruggente oscurità non lo raggiunse e lo consumò. L'ultima cosa che Raziel vide come se stesse svolazzando sopra il proprio corpo senza vita fu il vampiro dai capelli scuri che ancora si stava allontanando, le sue mani ora erano illuminate da fiamme che in qualche modo non gli bruciavano la pelle.
    Sbattei le palpebre incredula. Quando i miei occhi si aprirono, ero ritornata nella stanza d'albergo curva in posizione fetale, in maniera molto simile a quella assunta da Raziel quando era morto. Dovevo aver istintivamente imitato quello che lui aveva fatto in ricordo di quelle fiamme fantasma.
    “Quindi?” la voce esigente di Jackal fu un sollievo perché mi riportò alla realtà invece di lasciarmi nell'incubo che ero stata costretta a rivivere. “Cos'hai visto?”
    Mi raddrizzai sul letto e gli lanciai il pezzo di tessuto carbonizzato.
    “Ho visto qualcuno di nome Raziel farsi arrostire come un pollo da un vampiro che apparentemente riesce a controllare il fuoco,” dissi, cercando ancora di liberarmi dagli echi di quella macabra morte.
    Tutti e quattro si scambiarono un occhiata che poteva solo essere interpretata come felicità. “Bingo!” esclamò Psycho, agitando i pugni per aria.
    Vedendo quanto fossero felici, immaginai che o Raziel non era stato un loro amico o che sapessero già cosa gli fosse successo e che questo non fosse stato altro che un test.
    “Dobbiamo essere sicuri al cento per cento,” disse Jackal, il suo sorriso si smorzò. “Tocca l'anello.”
    Lo raccolsi, aspettandomi altre immagini macabre, ma un insieme di immagini che avevo già visto mi si riversò in testa.
    Erano ancora così rivoltanti da farmi venir voglia di vomitare, ma oltre ad essere nei colori grigi del passato, erano più deboli, come se stessi guardando un film invece di riviverli in prima persona. Scuotendo la testa per cancellarli, restituii l'anello a Jackal.
    “Forse hai fatto un errore. Le sole visioni che ho ottenuto sono tue, e non mi dicono niente di nuovo.”
    I suoi occhi color nocciola brillarono di smeraldo per un secondo, e poi urlò, facendomi trasalire.
    “Non è un colpo di fortuna, lei è fottutamente reale!”
    Tutto quello che rendeva entusiasta un assassino di bambini mi spaventava, ma cercai di non mostralo. Non farti prendere dal panico, aveva detto Marty. Le prede si fanno prendere dal panico, e allora vengono mangiate.
    “Pronto con il prossimo oggetto?” chiesi, cercando di suonare più tranquilla che potessi, date le circostanze.
    Smisero di darsi il cinque per guardarmi. “Si,” disse Jackal, spingendo verso di me il coltello. La sua frenesia era quasi palpabile. “Solo questa volta, voglio che ti concentri su l'uomo che ha dato via all'incendio. Cerca di vedere dove si trova il bastardo ora, non solo cos'è successo quando ha massacrato Neddy.”
    Quello mi faceva capire che il coltello mi avrebbe fatto rivivere un altro omicidio, ma non era quello che mi fece prendere un momento prima di concentrarmi su quello che mi veniva chiesto.
    “L'incendiario?” ripetei. “È lui quello che volete che trovi tramite questi oggetti?”
    Siete fuori di testa? Avevo quasi aggiunto, ma non l'avevo fatto perché se loro lo erano, non significava che anche io lo fossi.
    “Puoi farlo, giusto?” chiese Jackal, tutta l'allegria cancellata dalla sua espressione.
    Certo che potevo, ma non volevo farlo. Dubitavo che l'incendiario fosse un loro amico; il fatto che Jackal l'avesse chiamato un bastardo in quel tono sprezzante e in più volesse che scoprissi dove fosse non era un presagio di buone intenzioni. Qualsiasi persona intelligente avrebbe voluto evitare di essere anche solo nello stesso continente in cui si trovava quella creatura nel caso fossero stati in disaccordo, e inoltre Jackal e gli altri dovevano voler tentare di tendere un'imboscata al vampiro. Il ricordo del sorriso affascinante dell'incendiario l'istante prima che bruciasse Raziel riducendolo ad un cumulo di resti fumanti era qualcosa che volevo dimenticare. Ma se mi fossi rifiutata di cercarlo, non sarei vissuta abbastanza a lungo da preoccuparmi di dimenticare proprio niente.
    In qualsiasi modo lo si guardasse, ero incastrata tra l'incudine e il martello. O, per rendere meglio l'idea, tra una zanna ed un canino acuminato. (un canino e un 'posto pericoloso') .
    Raggiunsi la lama d'argento senza aggiungere altro.
    Con quel singolo tocco, le immagini grigiastre della morte di Neddy invasero la mia coscienza. Non mi sorpresi di scoprire che l'incendiario era la stessa persona che lo aveva ucciso, usando il coltello dopo qualche bruciatura preliminare. Nessuno shock nemmeno nello scoprire che aveva agito seguendo la stessa sorta di genialità distaccata che aveva già mostrato con Raziel. Spinsi via il dolore lancinante che avvertii, la sensazione di Neddy che fluttuava in qualsiasi cosa aspettasse le persone dopo la morte, e mi concentrai sull'incendiario, cercando di vederlo ora invece di allora.
    Questa era la parte più difficile. In situazioni di alto stress emotivo, ognuno lasciava una parte della propria essenza dentro degli oggetti, ma l'incendiario non era rimasto minimamente scioccato per la morte di Neddy, quindi solo una minuscola parte di lui era rimasta sul coltello. Ma nonostante questo, distaccato o meno che fosse, niente lega due persone più della morte. Qualcosa a proposito della porta dell'altro mondo che si apriva fondeva le due essenze e rendeva l'impronta più forte, così una volta che spinsi lontano gli ultimi residui della rabbia e della paura di Neddy, percepii l'essenza distinta dell'incendiario. Era grande quanto un filo, ma lo circondai con tutta la mia concentrazione e tirai.
    Immagini in bianco e nero furono rimpiazzate con scene piene di colore. Invece di trovarmi sulla riva dello sporco fiume dove Neddy aveva incontrato la sua fine, vidi ricche tende circondarmi. In un primo momento pensai che fosse una piccola stanza, ma poi realizzai che il drappeggio verde era appeso ad un grande letto, avvolgendolo. L'incendiario giaceva al centro di esso, interamente vestito, i suoi occhi chiusi facevano pensare che stesse dormendo.
    Ti ho preso, pensai, lacerata tra il sollievo e lo sgomento per essere riuscita a trovarlo in quello che sapevo essere il presente.
    La volta prima l'avevo visto solo attraverso toni di grigio dei ricordi passati, quindi mi presi un po' di tempo per studiarlo ora.
    Ad un primo sguardo, appariva come un uomo normale di sana costituzione sulla trentina, ma ecco che apparivano tracce della sua unicità. I suoi capelli color caffè arrivavano sotto le spalle – più lunghi di quello che molti uomini avrebbero osato, ma che su di lui avevano un aspetto decisamente virile. Pantaloni neri e una maglietta indaco coprivano muscoli che sembravano più difficili da ottenere rispetto a quello che un abbonamento in palestra poteva fare; e, pur non essendoci fiamme attorno, le sue mani erano percorse da cicatrici che sembravano essere dovute a ferite di guerra.
    I suoi zigomi alti erano accentuati dalla presenza di una peluria leggera, a metà tra un accenno e una barba vera e propria. Ma ancora una volta, invece di dare un'impressione trasandata, era rude e seducente. Non avevo visto un uomo sfoggiare un aspetto simile da Aragorn nel Signore degli Anelli, e i suoi occhi...
    Non erano più chiusi. Erano aperti, non un grigio indistinto dalle lenti senza colore del passato, ma una ricca tonalità ramata circondata da cerchi di verde smeraldo. Avrei pensato che fossero bellissimi, ma in quel momento, sembrava che stessero fissando dritto nei miei.
    Divenni nervosa, ma ricordai a me stessa che si trattava solo di una coincidenza. Nessuno l'aveva mai saputo, quando usavo le mie abilità per stabilire un collegamento. Potevo essere il più grande 'voyeur' se avessi voluto, ma il mio fervente desiderio era di conoscere meno sulle persone, non di più...
    “Chi sei?”
    Saltai come se fossi stata punta. Se non avessi visto le sue labbra, finemente modellate, muoversi, avrei pensato di essermi immaginata quelle parole. Coincidenza, mi ricordai ancora una volta. Ancora un secondo e qualcuno sarebbe entrato nel mio campo visivo e avrei visto a chi si stesse realmente rivolgendo –
    “Te lo chiederò un'altra volta,” disse la sua voce profonda e con un leggero accento. “Tu chi sei, e come diavolo hai fatto ad entrare nella mia testa?”
    Quello mi terrorizzò al punto di far cadere il collegamento in una sola volta, sforzandomi di concentrare tutta la mia attenzione di nuovo nella stanza d'albergo con i miei quattro rapitori. Il letto ornato con le tende che lo circondavano scomparve, sostituito da una schifosissima carta da parati e un letto che sarebbe probabilmente stata la causa delle punture d'insetto che avrei avuto.
    Lasciai andare il coltello d'argento come se pensassi che mi potesse bruciare, riprendendomi ancora da quello che era appena successo.
    “Beh?” chiese Jackal. “Sei riuscita a trovarlo?”
    “Oh si.” la mia voce era vicina al gracchiare per lo shock.
    “E?” mi spronò.
    Non gli avrei detto neanche per sogno che l'incendiario aveva in qualche modo capito di essere stato spiato. Se Jackal l'avesse saputo, mi avrebbe ucciso sul posto così che l'incendiario non avrebbe potuto seguire il collegamento attraverso di me per trovarlo. Era possibile. Se poteva avvertirmi nella sua testa, l'incendiario poteva probabilmente anche sentirmi...
    Con un colpo di genio che era molto più rischioso che intelligente, seppi quello che avrei dovuto fare.


    ****


    Nervoso, Pervertito, e Psycho avevano già lasciato la stanza, ma Jackal era rimasto alla piccola scrivania. Dalla sua espressione, non aveva intenzione di muoversi da lì.
    Mi lasciai sfuggire un sospiro. “Pensi che proverei a scappare fuori dalla finestra se mi lasciassi sola? Andiamo, gli altri lo sentirebbero e mi fermerebbero. Non posso certo chiamare il 911 e dire “Aiutatemi, un branco di vampiri mi ha rapito!”. Anche se non pensassero ad un falso allarme, tu ipnotizzeresti ogni poliziotto facendolo andar via. O li mangeresti. In entrambi i casi, non andrei da nessuna parte e questo lo so.”
    “Hai in mente qualcosa,” affermò Jackal.
    Mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non indietreggiare, al contrario, dissi a me stessa di rimanere esattamente immobile. Niente panico, niente panico...
    “Non so cosa, ma posso sentire l'odore che emani mentre pianifichi qualcosa,” proseguì.
    Mi schiarii la voce. “Quello che senti è l'odore di una persona che sta sciogliendosi in sudori freddi sin da quando è stata rapita da alcuni vampiri. Se vuoi sapere qualcosa in più sul tuo uomo di fuoco oltre a quanto sono carine le sue tende, allora vattene. Come pretendi che possa concentrarmi quando sono fissata da un branco di creature che continuano a guardare il mio collo e leccarsi le labbra?”
    Fu improvvisamente di fronte a me, la sua mano che tratteneva il mio mento. “Cosa stai cercando di fare in realtà?” chiese, forzandomi a guardare nei suoi occhi, che ora brillavano.
    Il loro effetto fu immediato. Avvertii un senso di sonnolenza, indifferenza, e sentii il bisogno di parlare, anche se una parte di me strillò in allarme.
    “Non riesco a collegarmi a lui con tutti voi che guardate,” borbottai. “Non riesco ad andare abbastanza a fondo nella sua mente per far funzionare la cosa.”
    I suoi occhi brillavano fin quasi a far male se fossero stati fissati troppo a lungo. “Tutto qui?”
    Le parole “anche lui riesce a vedermi” indugiavano sulle mie labbra, pronte a cadere e decretare il mio destino. Ma pur sentendomi come se avessi fumato mezzo chilo di erbacce, trovai la forza di dire qualcos'altro.
    “Sono troppo spaventata... con te qui.”
    Quella era la verità, ma il 'perché' non l'avevo detto. Jackal mi lasciò andare, il suo sguardo ancora illuminato.
    “Non chiamerai nessuno né proverai a lasciare questa stanza.”
    Le sue parole risuonarono nella mia testa. Annuii senza pensarci. Mi spinse e caddi indietro sul letto, ma con mio grande sollievo, Jackal era già diretto alla porta.
    “Hai un'ora. Trovalo di nuovo, e cosa più importante, scopri dove sarà in futuro.”
    Aprì la porta, e poi indugiò. Prima ancora che riuscissi a far sbattere le ciglia un'altra volta, Jackal aveva strappato in due parti la corda del telefono.
    “Questo serve come precauzione,” mormorò, e finalmente se ne andò.
    Aspettai alcuni secondi per poi lasciare andare il fiato che stavo trattenendo. Merda, per un pelo! Non avevo idea di come ero riuscita a non lasciarmi sfuggire niente quando Jackal aveva utilizzato su di me la sua lavagna magica (il suo “Illumino”), ma avrei tenuto conto delle mie benedizioni più tardi.
    Dicono che il demone che conosci è meglio di quello di cui non sai nulla. Forse era vero, ma considerando ciò che Jackal e gli altri avevano in mente per me, stavo per procedere con il piano B. Mi dava migliori possibilità di riuscita che cercare di affrontare quattro vampiri con un solo patetico coltello – che Jackal si era portato dietro, notai. Non voleva rischiare che tentassi il suicidio, anche se quello che avevo deciso di fare poteva risultare uguale.
    Non c'era tempo per me di pensarci su due volte, così raccolsi il pezzo di tessuto carbonizzato e la morte di Raziel mi investì di nuovo. Come al solito, la visione era più debole, era il primo tocco che provocava la sensazione più intensa.
    Spinsi da parte i contorti, ultimi istanti di vita di Raziel per bloccarmi sull'essenza dell'incendiario.
    Quello che prima era stato un filo sottile ora sembrava una spessa corda per via della mia connessione precedente, così l'afferrai e la tirai con tutte le miei forze. L'ambiente squallido che mi circondava sparì, rimpiazzato da un'enorme stanza con soffitti alti, mobili raffinati e arazzi su ogni parete. Non era vuota; due uomini stavano in piedi di fronte ad un camino che era grande abbastanza per contenere entrambi. Vidi con sollievo che uno di loro era l'incendiario, e l'altro un muscoloso afro-americano che stava scuotendo la testa.
    “È ovvio che non pensi che tu stia scherzando, ma ancora non mi sembra possibile che –”
    “Shhh!” sibilò l'incendiario. Molto lentamente, la sua testa si girò. Quando quegli occhi ramati sembrarono posarsi su di me, cercai di combattere il mio istinto di voler interrompere il collegamento e correre come un'ossessa.
    “Oh, è troppo tardi per te per scappare,” disse con freddezza.
    Le parole si abbatterono su di me, scioccandomi. Sperai con un po' di tempo – e molta fortuna – di riuscire a mandargli un messaggio specifico. Non mi era mai successo che l'incendiario potesse leggere la mia mente nel momento in cui avevo stabilito il collegamento. Che tipo di creatura era?
    “Una di quelle pericolose con cui non avresti dovuto scherzare,” fu la sua risposta. “Chiunque tu sia, stai pur certa che ti troverò.”
    La paura mi bloccò il cervello. Era incazzato, e io avevo visto cosa era capace di fare alle persone quando sembrava di buon umore.
    Il suo amico si guardò intorno. “Tu chi sei –?”
    “Sta calmo,” disse l'incendiario. “Vai.”
    L'uomo muscoloso uscì dal mio campo visivo senza aggiungere altro. L'incendiario rimase di fronte all'immenso focolare, quelle fiamme arancioni e gialle crescevano come se desiderassero raggiungerlo attraverso il parascintille.
    “Smettila di chiamarmi incendiario, è offensivo. Mi stai spiando, quindi sai chi sono.”
    “No non lo so,” dissi ad alta voce, maledicendomi l'attimo dopo. Se Jackal mi avesse sentito sarebbe arrivato per indagare, forse potevo non riuscire a resistere ad una seconda dose del suo sguardo prima di scoppiare e dire la verità.
    Guarda, hai capito male, pensai rapidamente, sperando che le sue antenne riuscissero a captare il mio messaggio. Non ho idea di chi tu sia, ma quattro vampiri mi hanno rapito e mi stanno obbligando a localizzarti per i loro scopi.
    “Uh?” Il divertimento rimpiazzò la precedente durezza della sua espressione. “Se è vero, ti renderò le cose più facili. Sono nella mia casa. Dì agli altri di fare un salto quando vogliono.”
    Le fiamme gli ricoprirono le mani seguendo le parole, un avvertimento che non era necessario dato che ero già terrorizzata da lui.
    La paura, combinata alla morte che Jackal aveva pianificato per me, rese la mia risposta d'effetto.
    Ottimo, ma non sono solo incaricata di trovarti dove sei ora. Dovrei riuscire a scoprire anche dove sarai in futuro, e immagino tu non sarai così sbrigativo anche su questo.
    Le sue sopracciglia si unirono in un'unica volta, rendendo i suoi occhi verde-ramato ancora più affascinanti – e spaventosi.
    “Riesci a prevedere il futuro?” Tutte le tracce d'umorismo nella sua espressione sparirono.
    Sospirai mentalmente. Come facevo a spiegare un'abilità che nemmeno io riuscivo a capire pienamente?
    Se tocco qualcuno – o un oggetto con una forte essenza emotiva impressa su di esso – vedo alcune cose. Se le vedo in bianco e nero, provengono dal passato. Se sono a colori ma confuse, provengono dal futuro. E se mi concentro, posso rintracciare l'essenza di qualcuno da un oggetto per trovare quella persona nel presente, che mi appare chiara e normale. È così che ti ho trovato. Jackal mi ha dato parti degli oggetti delle persone che hai ucciso.
    Continuò a fissarmi fino a quando mi imbarazzai. Oltre a sembrare incredibile il fatto che riuscisse a sentirmi, sembrava anche in grado di vedermi! Come? Non ero là, dopotutto.
    “Non ti vedo nel modo in cui pensi tu,” rispose, un sottile sorriso apparve sulle sue labbra. “Sei una voce nella mia testa, ma quando mi concentro,avverto la tua presenza, anche se resti comunque invisibile.”
    Da come suonava mi dava i brividi. Non ebbi tempo per rifletterci su, perché lui proseguì.
    “Qualcuno di nome Jackal mi dà la caccia? Non riconosco questo nome, ma con ogni probabilità si tratta di un nome falso. Ti ha rapito, hai detto?”
    Lui e i suoi tre amici mi hanno strappato via direttamente dal mio trampolino questa mattina, risposi, mi accigliai richiamando alla mente il ricordo.
    “Sai dove ti stanno tenendo?”
    Sapevo esattamente dove fossi. Anche se non avessi potuto dirlo toccando (toccare) gli oggetti (per saperlo), il telefono aveva l'indirizzo completo dell'albergo stampato sopra. Tuttavia, non avevo intenzione di dire a Mr Inferno dove mi trovassi fino a quando non fossimo stati d'accordo su alcune condizioni.
    Emise un suono divertito. “Condizioni? Vuoi una ricompensa per avermeli consegnati?”
    Voglio vivere, pensai cupamente verso di lui. Ho visto quello che hai fatto a Neddy e Raziel, quindi voglio la tua parola che se ti dicessi dove sono Jackal e gli altri, ucciderai loro, non me.
    “Dipende,” disse, la voce frizzante come se si trattasse di una transazione d'affari. “Se davvero sei stata obbligata a fare questo come sostieni, allora prometto che non ti accadrà nulla di male, se sei stata sincera con me riguardo le loro intenzioni. Ma se stai mentendo per cercare di attirarmi in una trappola...”
    Mi rivolse uno di quei sorrisi affascinanti che erano stati l'ultima cosa che Neddy e Raziel avevano (avessero) visto. Rabbrividii.
    Non sto mentendo, gli dissi. Le uniche persone che sto cercando di far cadere in trappola sono Jackal, Pervertito, Psycho e Nervoso.
    “Allora non hai nulla da temere da me,” disse, senza commentare gli altri nomi. Congiunse quelle mani letali davanti a sé. “Ed è giunta l'ora di presentarsi come si deve. Io sono Vlad, e tu sei...?”
    Esitai, ma risposi con il mio vero nome perché non volevo correre il rischio di dire nemmeno una piccola bugia a questa creatura.
    Leila. Mi chiamo Leila.
    “Leila.” pronunciò il mio nome come se potesse assaporarne le sillabe. Quel sorriso affascinante crebbe. “Adesso, dimmi dove sei.”

    fonte:http://idiaridellamezzanotteedellestreghe.forumcommunity.net/?t=48564209
     
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  4. manudu
     
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    Grazie veramente a tutte!!!Ma quanto dobbiamo aspettare???Non vedo l'ora :D
     
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  5. Shiohisa
     
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    mah speriamo che la fanucci si decida a pubblicarlo presto *___*
    oggi intanto usciva quello nuovo su Cat e Bones *___*
     
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  6. kyoukoi
     
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    Domanda: ci sono tradimenti o triangoli amorosi?
     
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  7. vecchiastrega
     
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    CITAZIONE (kyoukoi @ 29/9/2012, 16:32) 
    Domanda: ci sono tradimenti o triangoli amorosi?

    No, non ci sono triangoli. Ma non aspettarti neppure la grande storia d'amore romantico!

    @arya00, gli estratti ed alcuni capitoli tradotti li trovi anche qui sul nostro sito, nella Tana di Beky, sezione J.Frost, a cura della nostra Gre18.

    PRIMA DI METTERE LINK ESTERNI, CONTROLLATE SE LA STESSA COSA POTETE TROVARLA ANCHE QUI NEL FORUM, GRAZIE!
     
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  8. arya00
     
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    osp scusa! starò più attenta :unsure:
     
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  9. vecchiastrega
     
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    Non è assolutamente un problema, tranquilla. Solo, ricordatelo per la prossima volta.
     
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  10. newesbeth
     
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    mamma mia.... quanto bipmanca all'uscita del libro????? uffffffff :volpetristeeeee: :volpetristeeeee: :volpetristeeeee: :volpetristeeeee:
     
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    ma veramente yuaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!ù
    Grazie mille ragazze ....
    certo Vlad è una forza della natura e lo adoro .....
    e spero che il suo libro sia più di quello di Mechester..... che ho anch'esso amato più di quello che credevo fosse possibile!!!!

    ma c'è una qualche speranza che questo libro esca in italiano???? C'è qualche indicazione al riguardo?????
     
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    IMPORTANTE!!!!

    Vi va di lasciare un commento sul blog, qui ---> http://romanticamentefantasy.blogspot.it/2...a-notte-di.html
    in fondo ho fatto un piccolo appello alla casa editrice perchè pubblichi in Italia anche la SERIE SU VLAD. Visto che ancora non si sa nulla...

    Grazie!
     
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    ma quando esce in italia???
     
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  14. smokerina
     
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    Non vedo l'ora di leggere i libri di Vlad :felice tanto felice: e sono contenta che non sarà una storia d'amore come quella degli altri personaggi.
    VLAD è troppo particolare perché mi si trasformi in un tappeto.
    In ogni caso adoro la Frost quindi per quante critiche possa muovere, asseconderei sempre la sua scelta nella costruzione di personaggi e storie.
     
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  15. Empusa
     
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    Cate,infinitivamente grazie!!! :occhioniiii: :occhioniiii: :bacioni:

    :grazieeeeeeeeeeeeee: :grazieeeeeeeeeeeeee: :grazieeeeeeeeeeeeee: :grazieeeeeeeeeeeeee:
    :bacioooooooooo: :bacioooooooooo: :bacioooooooooo:
     
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36 replies since 2/7/2012, 13:54   1845 views
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