Citazioni sulla saga dei Dark Hunters di S. Kenyon

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    Acheron Parthenopaeus era un uomo dai molti segreti e poteri. Come primo Cacciatore oscuro e leader della loro razza, oltre novemila anni fa aveva assunto il ruolo di cuscinetto fra loro e Artemide, la dea della caccia che li aveva creati.
    Era un compito che di rado gradiva e una posizione che aveva sempre odiato. Come una bimba dispettosa, Artemide godeva nello stuzzicarlo per vedere fin dove riusciva a spingersi prima che lui la rimproverasse.
    La loro era una relazione complicata che si reggeva su un equilibrio di potere. Lui solo possedeva la capacità di mantenerla calma e razionale.
    Perlomeno la maggior parte del tempo.
    Dal canto suo, lei possedeva l'unica fonte di cibo che ad Acheron serviva per restare umano. Toccante.

    Danza con il diavolo


    Senza Artemide, lui sarebbe diventato un assassino senz'anima, perfino peggiore dei demoni che davano la caccia agli umani.
    Senza Acheron, lei non avrebbe avuto cuore o coscienza.

    Danza con il diavolo


    «Cosa vuoi, akri?» chiese infine all'uomo.
    «Uccidi Thanatos.»
    Simi fece guizzare le sue zanne sfregandosi allegra le mani. Poi lanciò un sorrisetto beffardo e maligno ad Artemide. «Oh, grandioso! Posso far imbestialire la dea dai capelli rossi!»


    Simi ad Ash Danza con il diavolo

    «Simi è ecocompatibile. Mangia tutto tranne gli zoccoli. Quelli non le piacciono: le fanno male ai denti.» Guardò Ash. «Thanatos non ha zoccoli, vero?»
    «No, Simi, non ne ha.»
    La donna emise un gridolino allegro. «Oh, mi aspetta una bella mangiata stasera. Un demone alla griglia. Posso andare ora, akri? Posso? Posso? Posso, per favore?» Simi gli danzò attorno come una bambinetta felice a una festa di compleanno.
     
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    Le sue parole lo fecero diventare duro per il bisogno e la voglia che aveva di lei.
    Setosi e freddi.
    Come i loro corpi intrecciati. Come la pelle delicata delle sue cosce e del suo sedere. Fredde e setose contro di lui mentre la penetrava.
    Col fiato corto si immaginò di sfilarle i jeans attillati, liberarle le lunghe gambe e spalancargliele. Si vide passarle le mani tra i capelli corti e mossi e toccarla poi nel suo intimo, accarezzandola finché i suoi umori caldi e dolci non gli avessero ricoperto le dita. E poi lei gli avrebbe sussurrato all'orecchio, strusciandosi contro di lui.
    Cosa non avrebbe dato per sdraiarla sul letto, penetrare il suo sesso umido e raggiungere assieme l'orgasmo.
    Bramava la bocca di lei sul proprio corpo.
    Le sue mani avide.


    Zarek Danza con il diavolo

    Le aveva sempre prese da dietro, come un animale, con la stessa foga e la stessa furia. Non gli era mai interessato trascorrere con loro più del tempo necessario a soddisfare i propri bisogni.
    Eppure riusciva a vedersi afferrare quell'estranea tra le braccia e scoparla faccia a faccia. Riusciva a immaginare il respiro di lei sulla sua pelle mentre la faceva sua, lento e possente, tutta la notte... Mentre beveva da lei...
    Zarek rimase in silenzio mentre Astrid gli accarezzava il braccio, non riusciva a capire perché non l'avesse ancora allontanata da sé.
    Sembrava quasi che con il suo tocco quella donna lo immobilizzasse.
    Il membro pulsava inturgidito e bramoso. L'uomo si trovò a pensare all'assurda idea che lei lo stesse eccitando di proposito.

    Zarek Danza con il diavolo
     
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    Zarek era incredibilmente bello. Aveva lunghi capelli corvini, lisci,
    che gli arrivavano poco sotto le spalle. La maglia nera a collo alto
    che indossava aderiva al suo corpo tonico e muscoloso. Il volto era
    magro e aveva bei lineamenti. Le guance, anche se ruvide per la
    barba, erano un perfetto esempio di arte virile. Non era carino, era
    minacciosamente bello. Quasi sinistro, anche se ammorbidito dalle
    lunghe ciglia nere e dalle labbra sode.
    Quando si mise a sedere poi regalò ad Astrid una meravigliosa
    visuale del suo fondoschiena perfetto, avvolto nei pantaloni di pelle.
    Quell'uomo era un dio!

    Zarek Danza con il diavolo
     
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    Quando sputo fuoco io insieme sputo
    anche una bava appiccicaticcia e gelatinosa che schizza addosso alle
    mie vittime e non va più via. Volete vedere?»
    «No!» esclamarono i due all'unisono.
    Stimi si irrigidì. «No? Non mi piace quella parola.»
    «Ti vogliamo bene, Simi» disse Astrid. «Solo che abbiamo paura di
    quella tua bava gelatinosa.»
    Astrid colpì Zarek allo stomaco quando l'uomo fece per
    contraddirla sul voler bene al demone.
    «Oh,» disse Simi «capisco. Va bene, vi lascio vivere.»

    Astrid, Zarek e Simi danza con il diavolo
     
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    Il Cacciatore tratteneva il fiato e la osservava. La mano della
    donna sul suo corpo lo riempiva di sensazioni meravigliose, mentre
    gli disegnava dei piccoli cerchi attorno all'ombelico e gli tracciava
    sentieri sulla pancia.
    Aveva voglia di lei.
    Astrid si spostò più giù.
    Lo raccolse in mano stringendo lievemente.
    Zarek sussultò di piacere e senti il sangue affluirgli al membro
    turgido e dolorante di piacere.
    Astrid lo accarezzò con le dita e lo stuzzicò sulla punta. «Credo
    che ti piaccia, quando faccio così.»
    La risposta fu un bacio passionale.
    Le due lingue danzavano insieme, avide. La ninfa sentiva crescere
    dentro di sé un bisogno profondo.
    Si staccò da Zarek riluttante, ma voleva dargli ciò che ancora lui
    non conosceva.
    Gentilezza.
    Accoglienza.
    Amore.

    Danza con il diavolo

    Astrid scese ancora più in basso.
    Zarek sussultò quando la ninfa prese lentamente in bocca la punta
    del suo membro.
    Gelò dal piacere. La sensazione delle sue labbra e della sua lingua
    che lo accarezzavano era qualcosa che non aveva mai sperimentato
    prima.
    Astrid era l'unica ad averlo toccato lì. Non l'aveva mai permesso a
    nessuna.
    L'uomo dubitava che da quel momento in poi le avrebbe potuto
    negare qualcosa. Quella donna l'aveva reclamato come mai nessuna
    prima di allora.
    Astrid gemette assaporando la sua pelle salata. Quando le sue
    sorelle le avevano parlato di quello che adesso stava facendo, lei
    aveva sempre pensato che fosse una cosa disgustosa, oscena. Per
    secoli non si era mai immaginata di poter arrivare a tanto, con un
    uomo.

    Danza con il diavolo

    La ninfa gli accarezzò le guance. «Il principe azzurro ha le
    fossette.»
    L'uomo si fece serio e si voltò. «Non smettere di sorridere, Zarek.
    Mi piace questo tuo lato.»

    Danza con il divolo
     
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    DANZA CON IL DIAVOLO
    -<< Mi domando se le stelle sono illuminate perchè ognuno possa un giorno trovare la sua. Io l'ho trovata, la mia stella. E' bella e graziosa. Elegante e divina. Diversa da chiunque altra al mondo, ma non posso toccarla. Non oso farlo>>
    Astrid ascoltava quelle parole melodiose col fiato mozzato. Non si era mai soffermata sul fatto che il suo nome significasse stella in greco.
    Zarek invece sì.
    -<< No. Non c'è nulla che mi interessi!>>
    <<nulla?>>
    Astrid fissava un punto sopra le spalle di Zarek, incerta su dove fosse di preciso l'uomo.
    Aveva le labbra socchiuse, i capelli in disordine.
    L'uomo riusciva a immaginarla tra le sue braccia, sentire la sua pelle contro di sè. In quel momento fece una scoperta disarmante.
    C'era qualcosa che gli interessava.
    Lei.
    -<< Vuoi la verità, Zarek? Voglio stare con te perchè riesci a farmi venire i brividi e infiammarmi. Ogni volta che ti sento vicino voglio toccarti.Voglio sentirti dentro in modo da poterti stringere a me e farti capire che va tutto bene. Che non permetterò a nessuno di farti male.>>
    -Quanto adorava quell'uomo.
    Anche con tutti i suoi difetti e il suo caratteraccio.
    Astrid apprezzava ancora di più ogni sua tenera carezza perchè sapeva quanto fossero rari quei gesti.Non era un uomo che si lasciava amare da tutte. Era la sua volpe, e lasciava la tana soltanto quando sentiva i suoi passi.
    -Astrid.
    Lui non era adatto a lei. Non aveva alcun diritto di toccarla. Per Zarek era quanto di più vicino al paradiso potesse mai sperare di raggiungere.
    Eppure non voleva lasciarla. Non ora.
    Nè mai.
    Era l'unica persona la mondo per cui avrebbe dato la vita.
    -Zarek sospirò amaro e raccolse il cappotto da terra. Fece per indossarlo e sentì il profumo di rose.
    Astrid.
    Aveva bisogno di lei.
    Per gli dèi,l'amava. Si ricordava ogni volta che lei lo aveva toccato, che aveva riso con lui.
    E non voleva vivere senza di lei. Neppure per un momento.
    -Con il cuore che gli batteva all'impazzata ,l'uomo le si avvicinò inginocchiandosi davanti alla sedia.
    <<le stelle non dovrebbero piangere>>.sussurrò in modo che soltanto lei lo potesse sentire. <<devono ridere>>.
    <<come posso ridere se mi è stato strappato il cuore?>>.
    Zarek le prese una mano e le baciò ogni polpastrello.<<tu ce l'hai, un cuore.>> Si posò le dita della donna sul petto. <<un cuore che batte solo per te, principessa.>>
     
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  7. Milamila
     
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    L'abbraccio della notte

    Acheron lanciò un'occhiata a Nick nella cucina. "Nick, voglio che tu vada a casa di Zarek e lo tenga fuori vista per l momento. E' confinato lì, perciò se lo scopro in giro, sarà nella merda fino al collo, e tu con lui".
    Nick fece una smorfia. "d'accordo, ma per la cronaca, voglio che tu sappia che se non fosse in gioco la vita di una donna, ti direi io dove ficcartelo quell'ordine."
    Nick uscì superando i Katagaria, borbottando tutto il tempo. "Nick, vammi a prendere la macchina, vammi a prendere i vestiti, spazza il camino, rifai il mio letto, sorveglia il mio psicopatico, vammi a prendere le pantofole. Sì, andrò a prendere quelle pantofole e le ficcherò in qualche posto davvero sgradevole.".... "mia madre avrebbe dovuto chiamarmi Fido, davvero"
    "Ehi, forse ti farà piacere sapere che il mio miglior amico si chiama Fido" disse il katagaria più alto.

    Amanda fu investita da un'ondata di sollievo e incredulità allo stesso tempo. La prima volta che aveva visto Acheron,poco più di un anno prima, lui era stato la cosa più terrificante che avesse mai visto.Era un uomo dotato di incredibili poteri e pieno di contraddizioni, e lei non aveva dubbi che potesse cancellare la loro esistenza con un pensiero, eppure se ne stava lì con la sua piccola rannicchiata teneramente fra le sue mani enormi.
     
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    Tabitha avverti' una nuova ondata di cupa disperazione consumare Valerius.Istintivamente andò verso di lui e gli toccò gentilmente il braccio."Va tutto bene,davvero,ti porterò a casa non appena il sole sarà tramontato."Valerius abbassò lo sguardo sulla mano che lei aveva appoggiato sul suo bicipite nessuna donna lo toccava in quel modo da secoli.Non ci stava provando era per calmarlo la mano di qualcuno che gli stava offrendo conforto.Alzò lo sguardo su di lei aveva gli occhi di un azzurro intenso ,profondi e intelligenti.Sopratutto,erano gentili,e la gentilezza era qualcosa che cui Valerius non era abituato .Valerius-Tabitha (L'eternità della notte ) Sherrilyn Kenyon
     
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    Non potrà mai essere tuo...
    No. Wren Tigarian non sarebbe mai potuto essere di Marguerite D’Aubert Goudeau. Nel suo mondo aristocratico di plastica e conformismo lui sarebbe stato sempre fuori posto.
    Ma lei non era più Marguerite D’Aubert Goudeau, non del tutto almeno.
    Era Maggie Goudeau.
    Umana.
    Tigre.
    E voleva Wren Tigarian tutto per sé. Doveva solo convincere tre Parche molto testarde che lei era una belva di cui si doveva tener conto ora. Una che era più che pronta a lottare per il proprio compagno. LA SEDUZIONE DELLA NOTTE S. Kenyon.
     
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38 replies since 1/10/2010, 14:01   1699 views
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